Pittore vide un uccello posato, nell’erba, lo vide posato e lampeggiante in più colori. Pareva il bell’uccello in possesso di tutti i colori. Al bell’uccello colorato chiese: “O uccello, di’, dov’è la felicità?”. “La felicità”, disse il bell’uccello ridendo col becco dorato, “La felicità, o amico, è in tutte le calli, nei monti e nelle valli, nei fiori e nei cristalli.” Con queste parole il lieto uccello scosse il suo piumaggio, tese il collo, agitò la coda, strizzò l’occhio, rise ancora una volta, poi rimase immobile, posò fermo nell’erba, e guarda: l’uccello era diventato un fiore variopinto, le piume petali, gli artigli radici. Nel suo fulgore d’ogni colore, in piena danza s’era fatto pianta. Stupito lo vide Pittore. E di lì a poco il fioreuccello mosse petali e pistilli, era già sazio dello stato floreale, non aveva radici, si mosse lievemente, si levò lentamente, ed era diventato una farfalla iridescente che si cullava sospesa, senza gravezza, senza stanchezza, tutta un volto splendente. Pittore n’ebbe grande sorpresa.
Da Le Metamorfosi di Piktor di Hermann Hesse.